sabato 23 ottobre 2010

Chi canta la tua canzone?



Ciao!
Come sai qui a Scriverecanzoni riceviamo molti testi di giovani autori, alcuni ci hanno scritto già molte volte, altri sono alla loro prima esperienza nel mondo del songwriting.


Leggendo il materiale, ci capita spesso di notare alcuni errori ricorrenti. Molti di questi impediscono ad autori fantasiosi e creativi di scrivere delle canzoni emozionanti ed efficaci; una volta effettuato il lavoro di supporto alla scrittura però, abbiamo visto questi autori ricominciare a scrivere cavalcando nuovi stimoli e esprimendo finalmente tutto il loro potenziale.

Per questo, vista l'efficacia del lavoro di correzione che svolgiamo sui testi, abbiamo deciso di racchiudere alcuni dei consigli più ricorrenti che diamo in un e-book, "10 trucchi per scrivere una grande canzone".

L'eBook prende in considerazione i dieci errori più comuni che gli autori di canzoni commettono e fornisce le strategie e le tecniche che permettono di superarli.

In questo articolo voglio parlarti di uno di questi trucchi, quello che riguarda lo studio del personaggio protagonista.
Io amo molto applicare questa regola alle canzoni che scrivo, perchè mi piacciono i brani che raccontano una storia, che sembrano racchiudere un film, un'atmosfera in pochi minuti di musica.
E proprio come in un film il protagonista ha un'importanza fondamentale, anche in una canzone è bene costruire minuziosamente i tratti del personaggio a cui appartiene la voce che canta!

Non sforzarsi di creare un personaggio credibile e carismatico porta a due errori fondamentali:

1) Inserire versi o strofe incoerenti tra loro, facendo dire al protagonista frasi che racchiudono due visioni della vita diverse.

2) Scrivere una canzone generica, priva di un punto di vista forte ed originale sulla vita e sugli eventi descritti nella storia.

Ora voglio darti un suggerimento preso in prestito dalla scrittura creativa ed adattato alla scrittura di testi per canzoni attraverso la nostra esperienza di autori e al lavoro fatto con gli utenti del nostro sito; seguilo ogni volta che ti approccerai alla stesura di un brano e vedrai quanta differenza farà nei tuoi risultati.

Prima di scrivere un romanzo, un racconto o una canzone, l'autore deve imparare a conoscere il proprio personaggio. Conoscere il proprio personaggio vuol dire sapere cosa è accaduto nel suo passato, cosa fa nel presente, in cosa crede, come vede la vita, cosa vuole realizzare.
Conoscere il proprio personaggio vuol dire riuscire ad immaginare come reagirebbe ad ogni situazione, in particolare a quella che gli mettete di fronte nella tua canzone.

ATTENZIONE!
Se stai dicendo:
"Ma la canzone parla di me! Parla della mia storia e della mia vita..."
Allora ricorda:

Anche Via col Vento, Philadelphia, Tre Metri sopra il Cielo e Il Diario di Bridgette Johnes parlano della vita dei loro autori.
Non per questo però i personaggi non sono minuziosamente caratterizzati!!

Nel caso di tutti coloro che scrivono parlando della loro vita e rendendo se stessi i protagonisti delle proprie canzoni, consiglio di considerare il titolo dell'articolo "Chi sei tu? Conosci te stesso per cantare la tua canzone!"

Infatti, se parli in prima persona senza però tenere presente quali sono i tratti della tua personalità che emergeranno nel testo, finirai per omettere del tutto quelle informazioni necessarie a caratterizzare il personaggio della tua canzone, in questo caso te stesso.

Chi ha l'occasione di ascoltare la tua voce per tre soli minuti, ha bisogno di sapere qualcosa in più che quello che ti succede per imparare a conoscerti e ricevere da te le emozioni che può dare il personaggio di un film o di una canzone.

Il testo deve far trapelare la tua reazione agli eventi, lasciar intendere o dichiarare la tua visione della vita, darti carattere attraverso le battute che scambi con gli altri personaggi. L'importante è che le battute del testo definiscano chiaramente la personalità di chi canta!

Naturalmente vale lo stesso nel caso che il protagonista della canzone sia un personaggio diverso da te, (come in molte canzoni di Battisti e Mogol) o in quello più comune in cui il protagonista sia un te stesso perfezionato o reso più "cinematografico" grazie all'aggiunta di quei tratti che posseggono solo gli eroi del Rock and Roll!

Come ti dicevo, per far si che il tuo testo riesca a comunicare i tratti del tuo protagonista, è necessario che tu per primo impari a conoscerlo ed impari ad immaginare le reazione che avrebbe a contatto con gli eventi a cui lo metti di fronte nella tua canzone.

Il trucco che ti aiuterà a raggiungere questo obiettivo è redigere una breve descrizione in prosa del personaggio.
Descrivi la sua storia, le sue abitudini, le sue convinzioni; immaginalo girare per strada e interagire con la gente.

A questo punto il lavoro di scrittura dovrebbe trasformarsi in un naturale incontro tra un personaggio e una storia e le battute saranno sempre coerenti, capaci di trasmettere personalità e credibilità alla storia che vuoi raccontare.

Creare su carta una personalità forte e saperne immaginare i pensieri e le idee darà un grande carattere alla tua canzone, permettendoti di scrivere versi originali ed esprimere riflessioni profonde che faranno emozionare e riflettere i tuoi ascoltatori.

Ti saluto lasciandoti riflettere sul testo della canzone di Battisti/Mogol:
"Un uomo che ti ama"







Nota come tutta la canzone si basi solo sul carattere forte dei due protagonisti, tanto che è costituita dal monologo che è insieme una confessione d'amore, una preghiera e un ordine. Non c'è neanche bisogno di descrivere gli eventi per suscitare emozioni e rappresentare una scena vivida e realistica.... che bella canzone..

A presto!
Simone

mercoledì 6 ottobre 2010

Migliora le tue canzoni imparando ad usare l'estensione vocale

L’estensione di un brano pop e non solo...

Cari compositori, oggi mi rivolgo a voi, nel proporvi una semplice ma spesso sottovalutata questione:

Quale range di note occorre usare durante la composizione?

Vale a dire che estensione dovrebbe avere un brano di musica "leggera"?

Ma soprattutto perché si dovrebbe rispettare un range e che cos'è?

Molti di voi avranno già letto di quest'argomento sul nostro e-book "ScriviTi una Canzone", per tutti coloro che non hanno ancora acquistato il libro abbiamo pensato di scrivere questo breve articolo. Cominciamo col dire che se il vostro scopo è quello di comporre una canzone destinata ad essere cantata e interpretata da un cantante, il vostro primo pensiero dovrà quindi essere quello di mettere in condizione tale cantante di poter eseguire il vostro brano. Cosa fare? La domanda giusta è: cosa NON fare?
Spesso chi compone, soprattutto con il piano, non si rende conto che il mezzo vocale non possiede un range di note così ampio come la tastiera di un pianoforte! Per range vocale s’intendono tutte le note, dalla più grave alla più acuta, che un cantante può eseguire. Nel caso di una canzone, quando si parla di range ci si riferisce quindi all’estensione che va dalla nota più grave a quella più acuta presenti all’interno del brano. Detto questo è chiaro che non tutti possono cantare tutte le canzoni, che esistono interpreti vocalmente più dotati di altri, ma a meno che non sappiate esattamente per chi state componendo la canzone, conoscendone l’estensione e le preferenze sul registro che il cantante di norma utilizza, sarà bene seguire le regole universali sull’estensione dei brani nella musica contemporanea.


Nella musica leggera, infatti, l’estensione non supera mai o quasi mai un’ottava e mezzo. Questo perchè la voce pop, a differenza del canto lirico, deve mantenere una coerenza stilistica e una credibilità interpretativa lungo tutta l’estensione della voce senza mai girare il suono (come avviene nell’opera). Un range troppo esteso costringerebbe l’interprete ad eccessivi cambi di registro, che oltre ad essere sgradevoli all’oreccchio, mettendo in difficoltà dal punto di vista tecnico il cantante, rischierebbero di far perdere il senso interpretativo del brano stesso. Nella canzone pop i cantanti usano una voce simile a quella del parlato, raramente “impostata” e quindi girare il suono significherebbe perdere il senso del livello del parlato. Immaginate De André, De Gregori, Celentano, Gino Paoli, Ligabue, Vasco Rossi e tutti gli altri cantautori italiani, di colpo mettersi a cantare brani con un’estensione di oltre due ottave cantando come Pavarotti sugli acuti. Quanto risulterebbe credibile il loro messaggio?

La differenza tra l’opera e la musica leggera è evidente e inconciliabile per le istanze, i contenuti, l’approccio, le modalità espressive e in fine, ma non meno importante, per il range di note usato nei brani musicali. Queste differenze non dovrebbero essere ignorate, specie se l’intento è quello di comporre brani di musica leggera. Infatti è bene che anche i compositori sappiano che nella musica contemporanea le classificazioni della voce (basso, baritono, tenore per gli uomini e contralto, mezzo-soprano, soprano per le donne) non sono da tenere in considerazione. Oggi, e sempre più spesso, sia uomini che donne prediligono cantare in belting cioè con una predominanza della voce di petto rispetto agli altri registri, pertanto la massima estensione sarà un’ottava e mezza oppure in speech level cioè a livello del parlato e quindi anche qui il cantante eseguirà note che risultino “comode” e mai “innaturali” per il fraseggio. Ci sono altre qualità vocali molto sfruttate nel pop come la feigned voice una voce leggera, finta appunto, senza colore o potenza come quella usata dalla cantante franco-israeliana Yael Naim nella canzone “New Soul”, usata nello spot del MacBook Air. Ci sono poi cantanti uomini che utilizzano solo in falsetto senza mai eseguire note gravi, pensiamo agli Scissor Sister in “I Don’t Feel Like Dancing” o a Remy Shand nella sua “Take a Message”. Per loro, rispettare la classificazione vocale di basso, baritono o tenore non avrebbe senso.
“My heart will go on” la canzone della celebre cantante canadese dall’acuto facile, pur sembrando impossibile da cantare, in realtà ricopre solo un’ottava e mezza (dal SI appena sotto il DO centrale al MI bemolle un’ottava sopra il DO centrale). Questo a dimostrazione del fatto che persino una cantante così dotata come Celine Dion, non userà mai tutta la sua estensione all’interno di un unico brano perché risulterebbe innaturale oltre che un inutile esercizio tecnico.

Per intenderci un’ottava e mezza è un’estensione che quasi tutti i cantanti dotati di una buona estensione sono in grado di eseguire. Ma esistono anche cantanti la cui estensione ricopre solo un’ottava! Se parliamo di una voce maschile piuttosto bassa, per esempio pensiamo a Ligabue, l’estensione sarà compresa tra il SOL (due ottave sotto al DO centrale) e il FA diesis (sopra il DO centrale). Per una voce maschile più alta ad esempio Bono Vox degli U2 l’estensione andrà dal SI (due ottave sotto al DO centrale fino al SI bemolle (sopra il DO centrale). Invece per le voci femminili il riferimento può essere il seguente: per una voce dal registro grave dal RE (sotto al DO centrale) fino al LA (sopra il do centrale) come per la cantante di "Life", Des’ree; per una voce femminile più acuta invece l’estensione da rispettare dovrebbe essere compresa tra il SOL (sotto il do centrale) e il RE (un’ottava sopra il do centrale) come in "You learn" di Alanis Morissette.

E’ comprensibile che nella foga del momento compositivo sia difficile non lasciarsi trasportare dalla tentazione di portare il nostro brano a picchi di altezza esplosiva. Io stessa come cantautrice, pur avendo il vantaggio di comporre per me stessa, rischio spesso di mettermi in difficoltà da sola quando mi lascio tentare in tal senso. E quando infine mi ritrovo a cantare ciò che ho composto, magari mi rendo conto di avere esagerato un pò con l’estensione e allora m’impongo di trovare delle soluzioni stilistiche più concrete ed efficaci anziché basare la composizione solo sull’estensione del brano.

La bellezza di una canzone, infatti, non si misura in base all’estensione ma alla sua melodia, a quanto spazio essa lascia al cantante per esprimersi, si misura in base all’arrangiamento, alla disposizione del climax (cioè il punto d’arrivo della canzone che di solito coincide con un acuto), agli hook presenti nel brano vale a dire quei frammenti melodici irresistibili che catturano immediatamente l’attenzione del pubblico e a cui, non a caso, Simone ed io abbiamo dedicato tanto spazio nel nostro libro ScriviTi una Canzone.

Arrivati al termine di questo articolo sull’estensione, la domanda che vi pongo, cari compositori, è questa:
Desiderate che i cantanti scelgano la vostra canzone tra le centinaia che vengono loro proposte? Volete che sia proprio la vostra a colpirli irrimediabilmente tanto da inserirla nel loro repertorio, regalandovi così, oltre alla possibilità di far conoscere il vostro brano al mondo, tutti i diritti d’autore?
Bene, rispettate questa regola sull’estensione e vi guadagnerete il primo posto nel cuore di tutti i cantanti, ve lo dice una cantante!

Giovanna Bussandri