mercoledì 6 ottobre 2010

Migliora le tue canzoni imparando ad usare l'estensione vocale

L’estensione di un brano pop e non solo...

Cari compositori, oggi mi rivolgo a voi, nel proporvi una semplice ma spesso sottovalutata questione:

Quale range di note occorre usare durante la composizione?

Vale a dire che estensione dovrebbe avere un brano di musica "leggera"?

Ma soprattutto perché si dovrebbe rispettare un range e che cos'è?

Molti di voi avranno già letto di quest'argomento sul nostro e-book "ScriviTi una Canzone", per tutti coloro che non hanno ancora acquistato il libro abbiamo pensato di scrivere questo breve articolo. Cominciamo col dire che se il vostro scopo è quello di comporre una canzone destinata ad essere cantata e interpretata da un cantante, il vostro primo pensiero dovrà quindi essere quello di mettere in condizione tale cantante di poter eseguire il vostro brano. Cosa fare? La domanda giusta è: cosa NON fare?
Spesso chi compone, soprattutto con il piano, non si rende conto che il mezzo vocale non possiede un range di note così ampio come la tastiera di un pianoforte! Per range vocale s’intendono tutte le note, dalla più grave alla più acuta, che un cantante può eseguire. Nel caso di una canzone, quando si parla di range ci si riferisce quindi all’estensione che va dalla nota più grave a quella più acuta presenti all’interno del brano. Detto questo è chiaro che non tutti possono cantare tutte le canzoni, che esistono interpreti vocalmente più dotati di altri, ma a meno che non sappiate esattamente per chi state componendo la canzone, conoscendone l’estensione e le preferenze sul registro che il cantante di norma utilizza, sarà bene seguire le regole universali sull’estensione dei brani nella musica contemporanea.


Nella musica leggera, infatti, l’estensione non supera mai o quasi mai un’ottava e mezzo. Questo perchè la voce pop, a differenza del canto lirico, deve mantenere una coerenza stilistica e una credibilità interpretativa lungo tutta l’estensione della voce senza mai girare il suono (come avviene nell’opera). Un range troppo esteso costringerebbe l’interprete ad eccessivi cambi di registro, che oltre ad essere sgradevoli all’oreccchio, mettendo in difficoltà dal punto di vista tecnico il cantante, rischierebbero di far perdere il senso interpretativo del brano stesso. Nella canzone pop i cantanti usano una voce simile a quella del parlato, raramente “impostata” e quindi girare il suono significherebbe perdere il senso del livello del parlato. Immaginate De André, De Gregori, Celentano, Gino Paoli, Ligabue, Vasco Rossi e tutti gli altri cantautori italiani, di colpo mettersi a cantare brani con un’estensione di oltre due ottave cantando come Pavarotti sugli acuti. Quanto risulterebbe credibile il loro messaggio?

La differenza tra l’opera e la musica leggera è evidente e inconciliabile per le istanze, i contenuti, l’approccio, le modalità espressive e in fine, ma non meno importante, per il range di note usato nei brani musicali. Queste differenze non dovrebbero essere ignorate, specie se l’intento è quello di comporre brani di musica leggera. Infatti è bene che anche i compositori sappiano che nella musica contemporanea le classificazioni della voce (basso, baritono, tenore per gli uomini e contralto, mezzo-soprano, soprano per le donne) non sono da tenere in considerazione. Oggi, e sempre più spesso, sia uomini che donne prediligono cantare in belting cioè con una predominanza della voce di petto rispetto agli altri registri, pertanto la massima estensione sarà un’ottava e mezza oppure in speech level cioè a livello del parlato e quindi anche qui il cantante eseguirà note che risultino “comode” e mai “innaturali” per il fraseggio. Ci sono altre qualità vocali molto sfruttate nel pop come la feigned voice una voce leggera, finta appunto, senza colore o potenza come quella usata dalla cantante franco-israeliana Yael Naim nella canzone “New Soul”, usata nello spot del MacBook Air. Ci sono poi cantanti uomini che utilizzano solo in falsetto senza mai eseguire note gravi, pensiamo agli Scissor Sister in “I Don’t Feel Like Dancing” o a Remy Shand nella sua “Take a Message”. Per loro, rispettare la classificazione vocale di basso, baritono o tenore non avrebbe senso.
“My heart will go on” la canzone della celebre cantante canadese dall’acuto facile, pur sembrando impossibile da cantare, in realtà ricopre solo un’ottava e mezza (dal SI appena sotto il DO centrale al MI bemolle un’ottava sopra il DO centrale). Questo a dimostrazione del fatto che persino una cantante così dotata come Celine Dion, non userà mai tutta la sua estensione all’interno di un unico brano perché risulterebbe innaturale oltre che un inutile esercizio tecnico.

Per intenderci un’ottava e mezza è un’estensione che quasi tutti i cantanti dotati di una buona estensione sono in grado di eseguire. Ma esistono anche cantanti la cui estensione ricopre solo un’ottava! Se parliamo di una voce maschile piuttosto bassa, per esempio pensiamo a Ligabue, l’estensione sarà compresa tra il SOL (due ottave sotto al DO centrale) e il FA diesis (sopra il DO centrale). Per una voce maschile più alta ad esempio Bono Vox degli U2 l’estensione andrà dal SI (due ottave sotto al DO centrale fino al SI bemolle (sopra il DO centrale). Invece per le voci femminili il riferimento può essere il seguente: per una voce dal registro grave dal RE (sotto al DO centrale) fino al LA (sopra il do centrale) come per la cantante di "Life", Des’ree; per una voce femminile più acuta invece l’estensione da rispettare dovrebbe essere compresa tra il SOL (sotto il do centrale) e il RE (un’ottava sopra il do centrale) come in "You learn" di Alanis Morissette.

E’ comprensibile che nella foga del momento compositivo sia difficile non lasciarsi trasportare dalla tentazione di portare il nostro brano a picchi di altezza esplosiva. Io stessa come cantautrice, pur avendo il vantaggio di comporre per me stessa, rischio spesso di mettermi in difficoltà da sola quando mi lascio tentare in tal senso. E quando infine mi ritrovo a cantare ciò che ho composto, magari mi rendo conto di avere esagerato un pò con l’estensione e allora m’impongo di trovare delle soluzioni stilistiche più concrete ed efficaci anziché basare la composizione solo sull’estensione del brano.

La bellezza di una canzone, infatti, non si misura in base all’estensione ma alla sua melodia, a quanto spazio essa lascia al cantante per esprimersi, si misura in base all’arrangiamento, alla disposizione del climax (cioè il punto d’arrivo della canzone che di solito coincide con un acuto), agli hook presenti nel brano vale a dire quei frammenti melodici irresistibili che catturano immediatamente l’attenzione del pubblico e a cui, non a caso, Simone ed io abbiamo dedicato tanto spazio nel nostro libro ScriviTi una Canzone.

Arrivati al termine di questo articolo sull’estensione, la domanda che vi pongo, cari compositori, è questa:
Desiderate che i cantanti scelgano la vostra canzone tra le centinaia che vengono loro proposte? Volete che sia proprio la vostra a colpirli irrimediabilmente tanto da inserirla nel loro repertorio, regalandovi così, oltre alla possibilità di far conoscere il vostro brano al mondo, tutti i diritti d’autore?
Bene, rispettate questa regola sull’estensione e vi guadagnerete il primo posto nel cuore di tutti i cantanti, ve lo dice una cantante!

Giovanna Bussandri

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