venerdì 19 novembre 2010

Il tuo ritornello arriva al momento giusto?

Febbraio 2009, questa è la scena: Ornella Vanoni, ospite della conduttrice, Lorena Bianchetti a Dominca In, entra in studio come una iena lamentando un’attesa troppo lunga dietro le quinte, prima di esibirsi. La star italiana, tremendamente annoiata e infastidita, si lagnava di essere stata invitata e poi abbandonata ad aspettare per più di un’ora prima di entrare in scena.

Ora vi chiederete, cosa c’entra questo con gli articoli di ScrivereCanzoni? Ebbene questo aneddoto mi serve per introdurre un concetto fondamentale che riguarda tutti i brani musicali! Il ritornello di una canzone è come Ornella Vanoni!!!

Come tutti ormai sapete, visto che non ci stanchiamo mai di ripeterlo nei nostri articoli, il ritornello è il climax di una canzone, la parte all’interno di un brano che tutti ricordiamo, l’hook definitivo e supremo che sovrasta tutti gli altri. Pertanto ad un ospite così importante è necessario dare il giusto rilievo, non si può far aspettare troppo a lungo la star dietro le quinte prima di fare il suo ingresso in scena, perché si rischia di sminuirne l’importanza.

D’altro canto, non si può nemmeno catapultarlo in scena senza un’adeguata presentazione. Quindi tutto ciò che dovete fare per scrivere una canzone di successo è ricordarvi che il ritornello è la vostra star e che va trattato come tale. Mi spiego meglio.
Se una canzone dura 4 minuti, il primo ritornello non può fare la sua comparsa dopo 1minuto e 15 secondi di strofa, perché ciò significa che non avrà lo spazio necessario né il tempo per farsi conoscere e amare dal pubblico! Potete farlo attendere al massimo fino a 1 minuto, non di più!

Se la durata del brano invece si aggira intorno ai 3 minuti, il ritornello deve fare il suo ingresso prima di 40 secondi. Ovvio che ci sono sempre delle eccezioni, se il tiro di una strofa è fenomenale si può anche ritardare l’arrivo del ritornello qualche secondo in più, pensiamo ad If I ain’t got you di Alicia Keys dove il ritornello appare solo dopo 1:10 su una durata di 3:45 anche per permettere a quel superbo intro strumentale di piano di avere il suo spazio, ma se volete fare attendere “la star”, assicuratevi che ne valga davvero la pena!

Tenete conto dunque di un eventuale intro che potrebbe produrre una distanza ancora maggiore tra l’inizio della canzone e il suo climax. Inoltre se vi doveste accorgere che se la vostra strofa è troppo lunga, l’idea di inserire un pre-chorus è fuori discussione! Il pre-chorus può essere aggiunto laddove la strofa sia piuttosto breve.

Il problema della durata di un brano e di come e quando una data sezione debba presentarsi all’interno di un brano è legato anche e soprattutto alla fruibilità di una canzone. Se parliamo di jazz, blues o di musica classica i limiti sono meno netti, ma qui non stiamo parlando di assoli che durano 8 minuti né di rock progressive anni ’70. Il nostro campo di lavoro e indagine è la musica pop, cosiddetta “commerciale” e pertanto soggetta a regole di fruibilità presso i media.

Un pezzo cosiddetto radiofonico, avrà quindi delle caratteristiche ben precise dal punto di vista della forma (come abbiamo avuto modo di spiegare in precede parlando della struttura di una canzone) e della durata.

Prendiamo, ad esempio, alcuni successi radiofonici:

Breathe dei Midge Ure: durata (4:25) – il ritornello appare dopo 49 secondi.
Eternity di Robbie Williams: durata (4:56) – il ritornello appare dopo 1 minuto.
Briciole di Noemi: durata (3:22) – il ritornello appare dopo 37 secondi.
Ti vorrei sollevare di Elisa feat. Giuliano Sangiorgi: (4:23) – il ritornello appare dopo 45 secondi.

Come avrete notato il ritornello in queste canzoni non supera mai il minuto prima di essere presentato, perciò sforzatevi di rispettare questo principio se volete produrre una canzone fruibile e che rispetti le regole di una canzone pop, nel senso di popolare, commerciale e radiofonica.

Infine ricordatevi di non inserire un bridge o un assolo strumenale prima della comparsa del secondo ritornello e cercate di “posizionare” il titolo della canzone o le parole più significative del testo proprio all’interno del ritornello (all’inizio o alla fine). Anche qui la regola ammette eccezioni, potete sperimentare un pò, ma la norma è quella di far apparire il titolo della canzone nel ritornello affinché questo sia facilmente riconoscibile.

Negli esempi che abbiamo appena citato possiamo verificare come e se quest’ultimo principio sia stato rispettato.
In Breathe il titolo appare proprio come prima parola del ritornello e anzi viene ripetuto all’inizio di ogni frase che compono il refrain:

“Breathe, breathe some soul to me
Breathe, breathe your gift of love to me
Breathe, life to lay ‘fore me
Breathe to make me breathe”.

In Eternity il titolo viene ripetuto due volte in chiusura del ritornello:

“You were there for summer dreaming
and you gave me what I need
And I hope you’ll find your freedom
for eternity, for eternity”

Briciole invece rappresenta la nostra eccezione poiché il titolo compare solo una volta all’interno della prima strofa:

“Questo è un giorno da vivere, se non si può descrivere
Di un amore impossibile rimangono le briciole”.

In Ti vorrei sollevare infine il titolo della canzone appare all’inizio del ritornello:

Ti vorrei sollevare, ti vorrei consolare”.

Come avrete capito in una canzone di successo nulla è lasciato al caso. Non solo il modo in cui una strofa o un pre-chorus lancia il ritornello, non solo gli hook, come abbiamo descritto nel nostro libro e negli articoli precedenti, ma anche la durata di una canzone e lo spazio che ogni sezione ha a disposizione all’interno del brano, è frutto di una decisione mirata e consapevole.

Arrivati alla fine di questo articolo vi auguro buon lavoro, e come sempre cercate di prendere spunto dai modelli famosi per creare la vostra canzone di successo, facendo attenzione a questi che, agli occhi di un non esperto possono sembrare solo dettagli o limitazioni inutili, ma che invece fanno la differenza.

Buon lavoro!

Giovanna Bussandri

lunedì 1 novembre 2010

L'importanza di guardare la storia da un punto di vista inaspettato



Ciao da Scriverecanzoni!

Hai mai pensato a quanto è importante, per tutti noi, essere diversi dagli altri? Ogni giorno scegliamo come trasmettere la nostra personalità attraverso il modo in cui vestiamo, alle frasi e al linguaggio che usiamo, al nostro stile di canto o dal modo in cui suoniamo uno strumento.
Ogni persona crea un mix che, con il tempo, si identifica nel suo stile personale.

Questo articolo, tratto dal nostro prossimo e-book, ti spiega come è possibile dare carattere e personalità ai tuoi testi, guardando alla storia e alle situazioni che scegli di descrivere a partire da un punto di vista originale e personale.

L'importanza di questo approccio sta nel fatto che ti aiuterà ad evitare il secondo dei principali errori che gli autori di canzoni commettono: dire anziché mostrare.

In una canzone, ciò che fa la differenza non è il contenuto, ma i dettagli che lo caratterizzano.
Infatti i sentimenti piu’ forti che ci motivano e ci spingono a scrivere testi di canzoni sono universali e ci accomunano tutti:

Amore
Ribellione
Nostalgia
Dolore
Indignazione
Gratitudine

Pensa alle tue canzoni preferite e cerca di ricondurle ad uno di questi sentimenti. La stragrande maggioranza si collegano ai primi tre, non è vero?

Ed ecco qui che nasce il secondo grande errore degli autori di canzoni di cui ti parlavo poco fa: dichiarare semplicemente di provare una di queste emozioni.
Spesso infatti, pur essendo ispirato, puoi commettere l’errore di trovarti a riproporre frasi stereotipate ormai inefficaci, sentite e risentite mille volte:

Amore:
"Non so come spiegarti quello che sento"
"Non vivo più senza te"
Ribellione:
"Nessuno mi capirà mai"
"Vorrei scappare via lontano"
Nostalgia:
"Vorrei tornare indietro nel tempo"
Dolore:
“Sto soffrendo”
Indignazione:
“Questo mondo non mi piace”

Il tuo compito, come scrittore, è quello di far vivere agli ascoltatori queste emozioni e questi concetti attraverso la tua esperienza o l'esperienza di qualcun altro che scegli di raccontare, ma comunicare semplicemente quello che provi tu non basta!

Come avrai capito dal titolo dell'articolo, il segreto per evitare di scrivere un testo generico è quindi cambiare punto di vista, ossia non descrivere le cose partendo da se stessi, da quello che si prova bensì prendendo in considerazione altri oggetti e o soggetti dell’azione o della situazione descritta.

Sul nostro libro “ScriviTi una Canzone” abbiamo parlato a lungo della prospettiva o punto di vista (cioè colui che narra), della voce (colui a cui ci si indirizza nel testo), dello spazio (il luogo in cui avviene l’azione) e il tempo (quando avviene l’azione).
Ma ciò di cui parleremo oggi è l’angolazione attraverso cui è possibile raccontare un fatto o descrivere uno stato d’animo, rendendolo vivido come un’immagine!

Riprendiamo i concetti precedenti e vediamo come sono stati affrontati da diversi autori di successo in modo inaspettato e personale:
Amore:

Non so come spiegarti quello che sento diventa per Ligabue "Ho perso le parole".
Non vivo più senza te si traduce con Paolo Nutini in "Not sleeping at night, but I'm going from bar to bar" (Non dormo la notte, ma giro di bar in bar).
Il senso di Ribellione poi è così espresso in due canzoni di Gianluca Grignani:
Nessuno mi capirà mai = “Falco a metà”
Mentre “Vorrei scappare via lontano” diventa: “E allora sai che c’è…c’è che c’è? C’è che prendo un treno che va a Paradiso Città!” in “Destinazione Paradiso”.

La nostalgia che ci fa desiderare di tornare indietro nel tempo per recuperare ciò che abbiamo vissuto è un tema espresso in modo estremamente suggestivo in "Per me è importante" dei Tiromancino: “ Il mio pensiero vola verso te per raggiungere le immagini scolpite ormai nella coscienza…” come vedi il soggetto è il pensiero che vola e non il cantante che prova nostalgia.

Il dolore per la separazione diventa per Tiziano Ferro “Non me lo so spiegare” una canzone ricca di immagini concrete come “e quell’orologio non girava stava fermo sempre da mattina a sera come me lui ti fissava” , immagini che mostrano come sia dolorosa l’assenza di questa persona per l’autore.

Il sentimento di indignazione viene descritto da Vasco in “Gli spari sopra” non dichiarando il motivo per cui è indignato, ma rivolgendosi direttamente a coloro che accusa. In questo modo si crea un gioco delle parti tra la prima e la seconda persona plurale, ossia tra un collettivo ed un altro, favorendo l’identificazione degli ascoltatori nel “noi”.E così via…

Come vedi ognuno di questi artisti ha dato una propria visione di un sentimento universale attraverso immagini che evocano in noi quelle stesse emozioni, proprio come in un film.
Segui questo consiglio sforzandoti sempre di partire da un punto di vista diverso da quello più semplice della prima persona "io" e vedrai che i tuoi testi acquisteranno una grandissima efficacia!
Ti saluto ricordandoti che "ScriviTi una Canzone" resterà in offerta per altri due giorni, fino al tre novembre a causa del ponte.
A presto!
Simone & Giovanna